domenica 12 gennaio 2014

SLOVENIA & CROAZIA 2013 -1

Vi avevo lasciato al rientro dalla Transalpi con una moto che andava e non andava per quella cavolo di spia FI, un viaggio di 20 giorni ancora tutto da programmare e la totale incertezza di farcela...

Mappa generale del viaggio.
E' il 9 luglio e sto rientrando dalla Toscana.
Siccome i miei sarebbero rientrati per un giorno, ho pensato bene di lasciargli alcune cose e viaggiare leggero. Sto tornando abbastanza spedito, con la fregola delle mille cose che devo fare per la Croazia nei pochissimi giorni che ho e cosi entro sul raccordo e via a 120 diretto a casa.

Nemmeno cento metri che la prima giuntura dell'asfalto mi da il ben venuto a Roma facendomi sobbalzare la moto, d'altronde le buche sono un prodotto tipico romano.
In un attimo arriva la seconda, anche questa fa sobbalzare la moto ma qui scorgo un oggetto bianco non identificato, lanciato in aria, mezzometro più sopra della moto.
Nel nanosecondo che lo vedo ricadere a terra e venire preso da varie macchine e da un tir, realizzo che quello è il mio fottutisimo portapacchi!!!
Come un demente ci ho legato sopra il sacchetto dei panni sporchi che è grosso ma leggero e ha fatto da vela, le buche poi hanno dato il colpo di grazia.
Mi accosto di corsa sulla corsia d'emergenza e corro indietro mentre vedo che le macchine nel tentativo di evitarlo stanno bloccando il raccordo a causa mia.
A parte qualche sonata più che giusta, nessuno si ferma e questo vuol dire che non ho fatto danni a nessuno, menomale!
Recupero miracolosamente il portapacchi (attraversare il raccordo a tre corsie e raccontarlo è culo!) e cerco di raccattare anche magliette, mutande e calzini che sono volati via.  Il raccordo non perdona e un paio di mutande sono rimaste li, sulla corsia di sorpasso.
Apparentemente sembra sano ma la scena mi ha scioccato parecchio e mi ha messo in crisi visto che il portapacchi è essenziale per il viaggio.
Arrivo a casa e dopo aver messo su lavatrici e quant'altro verifico che a parte qualche graffio e qualche ammaccatura sta bene e può fare il viaggio (spero!).

Vedo Valeria che deve sostenere l'ultimo esame il giorno dopo e  insieme stabiliamo di partire domenica 14 luglio.
In questi giorni sistemo il problema alla moto che come detto (Transalpi) era una cosa semplice e si risolve subito.
Sempre in questi giorni inizio a informarmi veramente sui posti in cui andremo, su alcune cose essenziali e contatto Antonio che ci ospiterà nel viaggio di andata e me ne da conferma

In un attimo mi ritrovo al 13 sera e come ogni estate da 3 anni io e Valeria, ci troviamo a selezionare e sistemare vestiti, scarpe, biancheria e tutto quello che ci porteremo dietro nelle varie borse.
In realtà faccio tutto io, fosse per lei si porterebbe tutto al motto del "non si sa mai...", ma de che??!!
Sono attimi pieni di euforia, di tensione, è l'apice della attesa dopo un anno di sogni e fantasticherie varie.
Finalmente vacanza, finalmente liberi, finalmente autonomi.

1° GIORNO :          Roma - Loreggia

La sveglia suona alle 6, il viaggio è iniziato!
Poco prima delle 8 usciamo dal garage carichi come muli.
Come sempre sono attimi bellissimi, mille pensieri, mille emozioni. Già questo vale un viaggio.

-- MAPPA --

Imbocchiamo la E-45. Siamo diretti a Padova, precisamente a Loreggia dove saremo ospitati dall'ancora sconosciuto ma gentilissimo Antonio. (mi ha persino chiesto su fb che volevamo per cena, manco un albergo!!)

La strada scorre piacevolmente ad una media di 100km/h, il caldo è ancora sopportabile e non c'è quasi nessuno.
Gli unici che incontriamo sono pulmini di romeni che penso stiano tornando in Romania e sono gonfiati da cose e persone accalcate, una cosa mai vista e soprattutto ne incontriamo cosi tanti da pensare di essere in Romania, decine e decine.
Affrontiamo l'appennino sperando di riprenderci con un po di fresco ma ci distruggiamo per i continui cantieri, strettoie improvvise e vere e proprie voragini che devastano la strada.
La prima trasferta del viaggio è sempre un momento scombussolante, il viaggio è iniziato ma ancora non è nel vivo, sei a 2mila e vorresti aprire il gas per andargli in contro, ma allo stesso tempo hai ancora la pazienza di calmarti e goderti questa sensazione, l'e-45 poi è un ottimo dissuasore.
Cosi mentre i km passano, il sole si sposta piano e ci cuoce lentamente, mentre flotte di romeni tornano a casa e decine di camionisti in mutande intorno ad una cassa di birre aspetta la fine del blocco domenicale, ci troviamo finalmente fuori dalla quotidianità, verso sensazioni e situazioni inaspettate da prendere cosi come vengono.

Il caldo però è opprimente, mi sento come un cotechino nella busta, messo a cuocere in pentola.
Verso l'una ci fermiamo ad un autogrill, siamo quasi alla fine dell'e-45 e siamo cotti a puntino.

Ripartiamo direzione Ravenna e poi Romea (o ss 309), come indicato da Antonio.
Finalmente la strada diventa decente ma dopo Ravenna sembra di entrare in un bagno turco.

La Romea infatti scorre dritta costeggiando i vari Lidi romagnoli, il paesaggio è suggestivo e caratteristico e più si sale e più ci sia avvicina al delta del Po.
La zona è praticamente una vasta palude con una vegetazione a tratti fitta soprattutto sul lato del mare.
Una cosa terribile perché pur essendo vicini al mare non si muove un filo d'aria e c'è un afa cosi calda e umida che sembra di soffocare.
Più saliamo verso Chioggia più l'umidità e il traffico aumentano.
Poco prima di questa la Romea gira in direzione Padova e per un paio di km si trasforma in una lingua di asfalto dritta sospesa sul mare e da una parte c'è l'area portuale di Chioggia e dall'altra una vista infinita di campagne e acquitrini.   Almeno la prima volta è una visione davvero suggestiva e inaspettata.
Altrettanto inaspettata è la fila di macchine totalmente ferme che ci ritroviamo davanti su questo tratto, sono tutti quelli che tornano dal mare e per fortuna ce ne liberiamo quasi subito seguendo la Romea.
Mi fermo prima di Padova ad un benzinaio e con noi si ferma anche una coppia sui 50 anni a bordo di un HD Electra Glide, una delle tante incontrate in zona.
Sono immersi nella parte dell'harleysta di tutto punto con stivali e pantaloni di pelle, maglietta a maniche corte e gilè di pelle, ovviamente casco jet.
La scena ha del comico, due moto e due coppie di motociclisti cosi opposte ai due lati di un distributore.
Mi avvicino e mi verrebbe da chiedergli di scambiare moto, saremo entrambi più appropriati (eheheh), gli chiedo solo le indicazioni per raggiungere Loreggia, dove si trova Antonio, poco fuori Padova.
Si dimostrano gentilissimi e mi spiegano tutto per filo e per segno.

A questo punto chiamo Antonio e gli comunico che siamo vicini e che entro una mezz'ora spero di essere in zona. E' la priva volta che ci parliamo e per la prima volta mi sono sentito il rompi palle di turno, fino a quel momento mi sembrava normalissimo essere ospitato.

Imbocchiamo la tangenziale di Padova seguiamo le indicazioni degli harleysti e in una ventina di minuti o poco più ci fermiamo ad un incrocio alle porte del paese.
Qui lo chiamo e mi dice che in 10 minuti arriva a prenderci.

I 5-10 minuti seguenti sono stati lunghissimi. Oltre ad essere devastati dal viaggio, Valeria inizia ad agitarsi.
E' totalmente estranea a questa cosa dell'essere ospitati da un perfetto sconosciuto e fin da Roma aveva mille dubbi e mille paure sull'affidabilità di chi ci avrebbe ospitato.
Quando si leva il casco me le spara tutte contro come se io in quel momento potessi fare qualcosa,"E se è un maniaco? e se ci rapina? e se ci ammazza?...", io posso solo risponderle "Ormai siamo qui, Antonio sta arrivando quindi stop, quel che sarà sarà! e poi fidati ti ho detto che è stato super gentile!".
Nel dirle queste cose un po di ansia sale anche a me, è una settimana che parenti e amici mi mostrano la stessa sfiducia verso il prossimo e ora che ci siamo, qualche dubbio mi viene.
Poi mi ricordo le email di Antonio che mi chiedeva che piatto preferivo per cena e mi tranquillizzo.

Valeria intanto ha deciso che se deve morire è giusto farlo con classe e quindi si pettina...

Io inizio a preoccuparmi della figura di merda visto che sono sudato come un orso polare all'equatore ma puzzo il doppio!

Arriva Antonio in moto, si leva il casco e si presenta.
Io e Vale siamo imbarazzatissimi ma mi rendo conto che forse anche Antonio per quanto si potesse essere immaginato la scena e noi, rimane un attimo sorpreso davanti alla moto cosi carica e a due cretini cosi bardati sotto il sole di luglio.

Ci dice di seguirlo che andiamo al bar a prendere uno spritz.    Nulla di più bello quando stai morendo di caldo e di sete, nulla di più brutto se hai 500km sulle spalle e puzzi come un Unno.

Mentre ci godiamo lo spritz, ne approfittiamo per conoscerci, parlare del viaggio e ci scusiamo del nostro aspetto ma Antonio è gentilissimo e ci fa sentire a nostro agio, senza contare che non ci permette di pagare nulla in nome dell'ospitalità veneta.
Antonio & Maja
Da qui lo seguiamo a casa dove conosciamo la fidanzata Maja, anche lei gentilissima e come si dice "dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna" e io aggiungerei anche grande cuoca.
Ci fanno sentire subito a casa, ci mostrano il divano dove dormiremo, dove possiamo sistemare i bagagli e dopo averci chiesto se ci serviva qualcosa si mettono a cucinare e sistemare casa.
Questa cosa è meravigliosa perché ci fa sentire come persone di famiglia, come se fosse normale che ogni domenica noi gli piombiamo a casa con duecento bagagli e ridotti cosi, insomma ci lasciano i nostri spazi e in questo momento non potremo chiedere di meglio.
Dopo aver ripreso sembianze più umane con una bella doccia, la sera ceniamo con alcuni amici di Antonio con una deliziosa cena preparata da Maja.
E' una serata stupenda.
Ricordo di aver visto casse di birra sparire letteralmente, ricordo il salame fatto in casa, semplicemente divino, l'uvetta sotto grappa anch'essa fatta in casa, ricordo svariati discorsi in dialetto padovano in cui io e Vale ci guardavamo e ci dicevamo "ma che lingua è??!! ma che dicono??!!" per poi sorridere ammiccanti, senza capire una mazza.
Ricordo che era una sera calda, per noi di Roma silenziosissima.

Non ricordo però a che ora siamo andati a letto, so che ero distrutto ma felice, felicissimo. Quasi mi dispiaceva dover partire il giorno dopo.
La notte passò lenta. Era tutto perfetto e pensavo che nulla potesse bloccare il mio sonno da orso in letargo, poi mi sono scontrato con l'afa di questi posti che ti si attacca come una calzamaglia e non si stacca più, al massimo chiama qualche zanzara a farti compagnia durante l'agonia.

2° GIORNO :          Loreggia - Bled

Quando ci svegliamo sia Antonio che Maja devono andare a lavoro e i ritmi sono quelli di una caserma. Ci prepariamo di corsa, carichiamo la moto e alle 8 e qualcosa salutiamo Antonio e Maja che vanno a lavoro.
Ci dicono che volendo possiamo rimanere un altro po e tirarci dietro la porta ma non ci sembra proprio il caso, già hanno fatto troppo per noi.
Cosi ci ritroviamo catapultati fuori casa loro, mentre con gli occhi ancora incollati cerco di ricordarmi come si carica e guida una moto.

-- MAPPA --

Per fortuna la mattina la temperatura è perfetta e in moto si va benissimo.
Siamo diretti ad Udine e poi Slovenia.
Seguo le indicazioni di Antonio per arrivare a Treviso, districandomi tra i mille paesini e svincoli che lo separano da Loreggia. Da qui punto Conegliano e poi Pordenone, Codroipo e Udine seguendo la statale.
Mi aspettavo che questi posti fossero più tristi e monotoni invece attraversarli in moto è un vero piacere, senza contare che i paesini lungo la strada nascondono delle chiese e dei campanili che sono delle opere d'arte.
Sacrario militare di Fagarè. 10 mila morti.
Ad Udine chiedo consiglio a un signore che gentilmente mi spiega la strada, incrocio per incrocio.
Superiamo Cividale del Friuli e poco dopo ci ritroviamo al confine con la Slovenia.
Arriva cosi, all'improvviso, inaspettato.
Pensavo ci fosse un valico, che si salisse e invece nulla, la strada scorre lungo una vallata e anche se meno scenico è sicuramente meglio cosi.
La Slovenia ci accoglie subito con tutto il suo verde.
Avevo letto che era uno dei paesi europei con maggiore superficie boscosa ma non pensavo cosi.
Essendo le 12, mi fermo al primo Mercator che vedo e compro qualcosa per pranzo. Solo dopo scoprirò che Mercator è l'unica catena di supermercati che si trova in tutta la Slovenia, non ce ne sono altre.
 Attraversiamo Kobadir  (Caporetto in italiano), famosa per la battaglia della prima guerra mondiale, oggi è un paesino minuscolo ma carino, incastonato nella valle.
La strada continua perfetta lungo il corso di un fiume che è di un colore mai visto e poco dopo ci fermiamo in un'area pic-nic per pranzare.
Proseguiamo in mezzo alle campagne verdi e guidare è una goduria, sono euforico, sto realizzando che i panorami mozzafiato e le cascine di legno che ho sempre visto in foto, ora le sto vedendo con i miei occhi e la cosa mi dà alla testa.
Superiamo anche Tolmin e poco dopo la strada si divide in due, una va a sinistra e l'altra prosegue dritta.
In genere mi riesco ad orientare ma non ci sono indicazioni ed entrambe vanno in mezzo ai campi quindi non saprei dire quale sia la principale.
Decido di andare a sinistra. Sulla mappa non è segnalata ma in linea d'area è la direzione giusta per la nostra meta, Bled.
Faccio pochi km ed entriamo in un paesino totalemtne abbandonato, non una macchina, non una persona, non un rumore. L'unico che passa è uno che sbuca in macchina totalmente contromano e che per poco non ci prende, lo interpreto come un segnale e torno sull'altra strada.

Scendiamo a Most na Soci e da qui inizia un calvario.  La strada è uno spettacolo ma a seguito di alcune frane recenti incontriamo 4-5 cantieri che ci bloccano per svariati minuti, senza contare alcuni tratti di sterrato.
Quando la strada riprende a scorrere cerco indicazioni in direzione di Bled ma nulla!
La mia mappa dice dei nomi, i cartelli ne riportano altri. (sò soddisfazioni!)
Dopo un po mi fermo al primo bar lungo la strada, innervosito e stanco.
Fortunatamente trovo dei ciclisti italiani con una mappa molto più dettagliata e capisco che nella mia ci sono km quadrati di nulla.
Mi dicono che vengono proprio da quella direzione e mi spiegano la strada.
Poco più avanti trovo le indicazioni dette dai ciclisti, la strada sale, sale e sale ancora per poi riscendere dall'altro versante.
Siamo in moto dalle 8, sono le 2 e il culo inizia a fare male e io inizio a innervosirmi perché sta Slovenia è un casino e se è tutto cosi fino a Bled ci vorrà un bel po.

Purtroppo avendo mancato le deviazioni prima, ci ritroviamo a fare un giro del cavolo e arriviamo prima a Skofia Loka a 30 km da Lubiana e poi a Kranj.
Qui il traffico è più intenso e non c'è molto tempo per vedere i cartelli, che sono un casino.
 Ad un semaforo chiedo ad una coppia in macchina la strada per Bled, lo chiedo in inglese e mi aspetto che non lo capiscano, invece il tizio mi risponde subito a manetta in un inglese perfetto e non ci capisco nulla, poi parte e Valeria mi dice "seguilo! seguilo! ha detto di seguirlo!".
Corre come un dannato ma gentilmente ci scorta attraverso Kranj fino all'imbocco dell'autostrada, qui ci salutiamo, io faccio benzina e compro la vignetta.
Vignetta settimanale 7euro e 50 e la paura passa, in Italia non ci fai manco Roma- Aquila.
Benzina 1,49 stesso prezzo al centesimo in tutti i distributori, dal paesino, al centro città e all'autostrada!

In un attimo siamo a Bled e la cosa mi tranquillizza parecchio.
Non ho ancora deciso se fermarmi qui al lago di Bled o al lago di Bohinj 20km più avanti, per ora vedo quello che troviamo qui come sistemazione.
Mi fermo alla prima agenzia di infromazioni e chiedo se hanno disponibilità, sto cercando un campeggio o delle camere se costano poco.
Inanzittutto va detto che non è un'agenzia di info turistiche ma un'agenzia turistica, scoprirò dopo che in Slovenia e Croazia ogni agenzia privata ha la I, simbolo di info, che in Austria e Francia ho trovato solo presso gli uffici turistici pubblici.
Mi accoglie una donnona bionda che parla benissimo italiano e mi dice che se voglio un campeggio devo andare a Bohinj o dall'altro lato del lago di Bled, poi mi dice i prezzi delle camere.
Mi aspettavo un salasso, avendo letto che Bled è molto turistica e più cara, invece mi chiede 18euro a persona a notte, so che potrei trovare di meglio cercando ma non mi va e il prezzo mi sta bene.

Seguiamo la signora fino alla casa che è a 5minuti a piedi dal lago e dal centro del paese, in mezzo al nulla e in una pace meravigliosa che amo fin da subito.
La casa non è male. E' una villetta a due piani in parte in legno con la tipica tettoia per le auto che hanno tutte le case in Slovenia e al momento la condividiamo solo con una coppia di ragazzi cinesi.
La camera comunica direttamente con la cucina, è al piano terra e posso parcheggiare la moto davanti alla finestra, posso chiedere di più?!

Dopo aver sistemato tutti i bagagli andiamo subito a farci una passeggiata per vedere il paese e il lago che si rivelano dei veri gioielli.
Bled è minuscola e tolta la zona "centrale" dove ci sono 2-3 alberghi grossi e il casinò, per il resto sono tutte case tipiche locali adibite a pub, ristoranti, ostelli, o affitacamere.
E' perfettamente inserita nell'ambiente e c'è tantissimo verde, sembra quasi di stare in un parco e anche la gente non è mai tanta o fastidiosa come in altri posti turistici.
Il lago è uno specchio d'acqua pulitissima che riflette i paesaggi intorno creando un effetto meraviglioso.
Al centro c'è un isola minuscola con una chiesa, visitabile con dei battelli o le barche a remi a noleggio.
A sovrastare il tutto c'è il castello di Bled.
Sembra il lago delle favole.


La sera ceniamo nel silenzio e nella pace più totale e con un panorama spettacolare.
Sono al settimo cielo, sono davvero soddisfatto di tutto!
Ci piace cosi tanto cenare qui che cartina alla mano e ripensando al viaggio di oggi, ci accorgiamo che la Slovenia è più piccola di quello che pensavamo così invece di fare i 2 o 3 spostamenti previsti, decidiamo di fare campo base qui rimanendo 4-5 giorni per girare tutta la Slovenia.
In questo modo oltre a risparmiare traslochi e soldi, ci riposiamo e godiamo di più la vacanza.

3° GIORNO :          Bled & Gole di Vintgar

Ci svegliamo ad un'ora decente e per le 10 siamo già fuori.
Il programma di oggi prevede qualche ora di pacchia a fare bagni e prendere il sole fino all'ora di pranzo.

 A Valeria non sembra vero...a me nemmeno, ma i motivi sono opposti.
 Lei che potrebbe vivere in una sauna sembra aver trovato il suo ambiente naturale, io che sono bianco come un catarinfrangente e abbaglio anche la sponda opposta, inizio un lento e inesorabile trasudamento...


Dopo pranzo facciamo un salto a casa posiamo gli asciugamani e partiamo alla volta delle Gole di Vintgar.
Le abbiamo scoperte sui vari dépliant che tappezzano la casa. Sembrano imperdibili, costano poco e distano pochi km, tanto che si possono raggiungere a piedi e dopo due giorni di moto un po di trekking non fa male.

-- MAPPA --

Già solo arrivarci ne è valsa la pena.
Saranno 5km che a piedi ti danno perfettamente idea di com'è la Slovenia, a partire dalla precisione con cui è segnato il percorso, alla corsia per pedoni e bici che costeggia moltissime strade extraurbane.
Attraversiamo campi verdissimi e tenuti benissimo, delimitati in lontananza dalle montagne.
Ogni tanto passa un trattore rosso, il mezzo nazionale che troviamo ovunque in Slovenia.

Passiamo dentro a paesini minuscoli dove ogni casa è perfetta, con la sua tettoia per le auto perfettamente lucidate, con il suo balconcino perfettamente fiorito, con il suo tetto di legno perfettamente spiovente, con il suo prato perfettamente tagliato, con i suoi alberi perfettamente curati, con il suo steccato perfettamente dipinto... Insomma è tutto perfetto, pulito e ordinato al punto da farci passare dall'ammirazione alla nausea...

E che cavolo, una cacatina, un po di muffa, un'erbaccia, una foglia secca, un cane rompiballe...no, nulla, in Slovenia non è permesso a quanto pare, e che noia!

Quando arriviamo troviamo il botteghino di legno mezzo infrattato tra gli alberi, paghiamo 3 euro e quasi non ci stavo credendo. Che ci fai con 3 euro in Italia?! Inizio a pensare che sia una fregatura ma ormai tanto vale andare. Imbocchiamo il sentierino di ingresso e mi rimangio tutto, da qui lascio parlare le immagini.




La gola sarà lunga un paio di km, si percorre a piedi tra ponticelli di legno e sentieri sospesi. Segue il corso di un torrente e si è totalmente immersi nella natura. E' un'esperienza bellissima, l'acqua è di un colore unico e il rumore delle rapide riempie la gola.  E' un piccolo eden che merita di essere visto.

Alla fine della gola l'unico modo per uscire, è tornare indietro per lo stesso sentiero oppure... seguire vaghe indicazioni per Bled che io trovo dietro un casotto a fine percorso...
La cosa mi stuzzica così seguiamo quel cartello e per una buona mezz'ora ci ritroviamo nel nulla di un bosco sloveno a seguire un sentiero segnato malissimo.
Alla fine troviamo "l'uscita" e torniamo a Bled.

La sera, cena a lume di tramonto davanti alle "nostre" montagne e passegiatina sul lungo lago di Bled dove il castello illuminato di rosso la fa da padrone. Sembra fatto di fuoco.

4° GIORNO :          Giro a nord di Bled e Lago Bohinj

Oggi il programma prevede girello in moto con arrivo al lago di Bohinj.
Partiamo intorno alle 10 e puntiamo a nord. Seguiamo per un pezzo la strada fatta per le gole il giorno prima e poi prendiamo l'autostrada.
Bisogna stare attenti perché in un attimo si entra in Austria e li c'è un altra vignetta, meglio non rischiare.

-- MAPPA --

Usciamo poco dopo Jessenice e costeggiamo il confine con l'Austria lungo una valle che offre panorami mozzafiato e una strada molto divertente.

Siamo diretti verso Tarvisio, Italia, e infatti poco dopo arriviamo alla frontiera e ci ritroviamo in Italia.
E' strano e ci sentiamo quasi degli stranieri.
Valeria è molto infastidita, non aveva capito che si svalicava per un pezzo e la cosa non le va giù.
Per lei una volta che siamo fuori dall'Italia ci si torna solo a fine viaggio e sarà un momento brutto.
Detto sinceramente questa reazione mi fa piacere, non me l'aspettavo da lei.
Anche a me la cosa mi sembra strana ma so che è solo per pochissimo tempo.

Facciamo una chiamata a casa approfittando del fatto che in Italia si paga meno e rientriamo attraverso il Passo Predil (1156 m).

Siamo di nuovo in Slovenia e scusate ma l'erba del vicino è davvero più verde.
Seguiamo la strada verso sud che costeggia il confine con l'Italia e poco dopo leggo un cartello per "Greben Mangart 2679 m" ovvero "Catena Mangart".
La strada non sembra male, è ancora presto e dalla mappa risulta vicino, cosi inizio a salire.
Dopo pochissimo, quando la strada stava per farsi interessante vedo un gabbioto di legno con due sloveni già mezzi brilli. Vedo un cartello fatto a mano con i disegni dei vari veicoli e dei prezzi vicino.
Ho già capito dove si va a parare ma non voglio crederci.
Alla fine uno dei due alla domanda se si paga, si alza, va dietro la moto, vede la targa e mi dice:
"Italia è?! Si, moto 5euro".   Attimo di esitazione......poi giro la moto e ciao!

Con il senno di poi forse salirei. Ci ho pensato e in generale non sono contrario a pagare per salire se serve a mantenere pulito e in ordine l'asflato, ma questa cosa di guardare prima la targa e il fatto che vengo da un paese che di montagne ne ha a non finire, li per li mi hanno fatto rifiutare.
Senza contare che venivo da 4giorni sulle Alpi.

Puntiamo Bovec ma giriamo prima, verso Socka, per chiudere l'anello.
La strada è divertentissima da fare in moto, un susseguirsi di curve e controcurve immerse tra le montagne.

Per un lungo tratto costeggiamo il fiume Soca che è il più bel fiume che abbia mai visto.
Le acque sono di un turchese da far invidia alla Sardegna e anche alle Maldive.
E' cosi chiara che si vedono le trote a un metro di profondità e se non fosse per i punti fondi dove diventa turchese, sembrerebbe quasi aria liquida.
Peccato che è fredda come il ghiaccio, se no un bel bagno non me lo toglieva nessuno.

Quando secondo la mappa dovremmo essere quasi arrivati alla fine dell'anello ecco che si inizia a salire.
"Ma sulla mia mappa non c'è! ...Vabbè ho capito, la Slovenia mi sta prendendo per il culo!"
2 curve e appare il cartello "50° tornante" che in realtà capisco solo al 47° perché è in sloveno ma la reazione è uguale.
"Cosaaaa 50 tornanti???!!! E dove cazzo siamo sotto l'hymalaia??!! sulla mia mappa c'è solo un valico da 1600m...vabbè ho capito quello della Michelin qui si è rollato qualcosa di buono"
Non resta che andare avanti facendo la conta, 46, 45, 44, 43...
La strada è divertente anche se un po trafficata e il panorama è favoloso ma la paura di metterci ore e ritrovarmi a 8mila metri a mori di freddo si è impadronita di me.

Alla fine arriviamo in cima accolti da una folla di ciclisti e famigliole.
Sicuramente il posto merita.
Il passo in questione è l'impronunciabile Passo Vrsic 1600 m, quello indicato sulla mappa.

Quando realizzo che la conta dei tornanti comprende quelli di entrambi i lati, anche se non ne capisco il motivo, decido di godermi la discesa e divertirmi un po.
Eh no! manco per sogno! la Slovenia mi deve prendere per i fondelli fino in fondo...
Dal primo tornante scopro che sono tutti lastricati di sampietrini e ciottoli di fiume e solo le curve, non i tratti dritti.
E' qualcosa di atroce, primo perché sono ripidi e lisci e fermare la moto su quel fondo ha del miracoloso, secondo perché le vibrazioni e le botte al terzo tornante ti hanno già rotto le braccia.
Per la prima volta vedo motociclisti e ciclisti concordare su una cosa, mettere al rogo chi ha fatto questa strada.


Alla fine ritorniamo sulla strada fatta ad inizio mattinata andando a chiudere l'anello e dirigendoci al lago di Bohinj.
Possiamo scegliere se arrivarci passando per Bled o se seguire una strada alternativa. Vada per la strada alternativa.
La strada è spettacolare.  La Slovenia è praticamente tutta una montagna e tutto un bosco e queste strade sono il paradiso di chi va in moto.  Sono anche tenute decentemente e quasi deserte.

Poi la favola finisce perché siamo in moto quasi ininterrottamente dalle 10, sono le 13 passate quindi il sedere lancia segnali di cedimento, anche perché negli ultimi 3 giorni ci siamo fatti più di 1000km.
Dalla mappa il lago sembra vicino, la guardo e penso di arrivare in mezz'ora e in effetti la distanza in linea d'aria sarà 20km su per giù.
Arriviamo invece dopo circa un'ora e mezza, con 40km meravigliosi ma senza un'indicazione e senza nulla, solo montagne, alberi e curve.
Capisco che non è la mappa ad essere sbagliata ma la Slovenia che è un continuo sali e scendi da un monte all'altro e questo per quanto bello, ti obbliga a tenere andature sempre limitate e ad allungare i tempi.

Il Lago di Bohinj però non delude le aspettative e ci ripaga del mal di culo.

E' la versione large e più selvaggia del lago di Bled.

La prima cosa che facciamo è trovare un posto dove mangiare visto che sono le 2.
Dal momento che i prezzi sembrano buoni, abbiamo fame e soprattutto devo farmi perdonare da Valeria per la strada, la scelta ricade su un ristorantino di legno sul lago.

Mentre i tedeschi vicino si prendono il cappuccino di fine pasto , cosa che non capirò mai, ordiamo due belle trote con contorni e Valeria sembra gradire.
Quando arriva il conto è ridicolo, 15euro in due!!!
Sfamati e soddisfatti ci concediamo un po di ozio in riva al lago che si merita un bel bagno.

Torniamo verso le 7 dopo aver fatto un breve giro in moto intorno al lago.
La cosa bella è che qui la presenza dell'uomo è veramente impercettibile. Le case sono pochissime e ben inserite nel contesto e la maggior parte delle persone si trova vicino al campeggio, anche questo è poco più di una parte di bosco che dà sul lago e recintata.

Al ritorno ci fermiamo ad un carretto che vende polli al girarrosto e ce ne portiamo uno a casa.
Quando arriviamo però troviamo una bella sorpresa, a quanto pare i cinesini non ci sono più e al loro posto sono arrivati un'altra coppia e una massa di ragazzi inglesi.
Il perché e il come abbiano scelto di tutta l'Europa proprio Bled e perché e come di tutte le case proprio la nostra ancora me lo sto chiedendo.

Apprendiamo dal marito della signora che affitta, che hanno dormito tutto il pomeriggio e questo vuol dire solo una cosa, che non dormiranno la notte, ma speriamo che lo facciano fuori casa.
Invece no, si chiudono nelle camere e si drogano di redbull facendo un casino assurdo ma io e vale siamo a tocchi e dopo la nostra passeggiata sul lago crolliamo a dormire.
Vengo svegliato alle 4 da un vociare in cucina (attaccata alla nostra camera). Esco incazzato come una bestia e mi ritrovo 4 inglesi sfatti che si cucinano delle uova strapazzate, li guardo uno a uno e gli dico "SILENCE PLEASE! SILENCE!"...devo aver reso l'idea di quanto fossi incazzato perché si sono dileguati.

5° GIORNO :          Lubiana & Skofia Loka

-- MAPPA --

Con la solita calma ci prepariamo e partiamo. Oggi è il turno di Lubiana, la capitale della Slovenia.
Prendiamo l'autostrada e in una 40ina di minuti arriviamo in pieno centro.
Parcheggio dopo non pochi giri davanti ad una banca dove c'è una fila disordinata di scooter.
E' il luogo più sicuro anche perché di posti per moto non ne ho visti e a differenza di Roma qui sui marciapiedi non c'è l'ombra di motorini, bici o cacche...

Con una mappa raccattata a casa andiamo alla stazione dove penso di trovare degli armadietti per lasciare caschi, giacche e altro in modo da girare liberi, anche perché fanno 30 gradi.
Li troviamo ma le istruzioni sono poco chiare.
Chiediamo aiuto a un signore che per aspetto e parlata sembra ubriaco ma è solo lo sloveno che ha un suono leggermente sbiascicato.
E' gentilissimo, non ci capiamo minimamente ma insiste per pagarceli lui (3euro).
Io però non accetto, voglio sapere come funzionano e metterci i miei soldi, non posso rischiare che fuori la stazione me ne chieda 50 o sappia il modo per aprirli.
Mentre io penso a che fare succede l'incredibile.
Valeria se ne esce con il tedesco. "E quando minchia l'hai imparato???!!"
Fattostà che il signore lo capisce e mentre io assisto come un ebete a bocca aperta, loro due si capiscono e riusciamo a chiudere da soli gli armadietti.

Usciti dalla stazione raggiungiamo la seconda e ultima cosa indicata su quella mappa, l'ufficio turistico.
Qui prendiamo una mappa più dettagliata e ci immergiamo nella visita della città.

Iniziamo con la scalata verso il Castello che domina la città dalla collina che sorge proprio al centro.
Non è male ma sembra Salisburgo e per chi è già stato lì non sarà nulla di che.  Offre comunque un'ottima vista su Lubiana.

Dopo il castello ci facciamo una passeggiata nel mercato sottostante che ci stuzzica un certo appetito.
Cerchiamo qualcosa e alla fine ci imbattiamo in uno strano calzone di pastasfoglia, la commessa lo chiama Burek, ricordo di aver letto qualcosa prima di partire e decidiamo di provarlo.
Commessa: "Meat, cheese or vegetable??", io: "che ha detto amo?"...
Valeria conclude la trattativa, uno alla carne per me e uno alle verdure per lei.
E' praticamente una sacca di pastasfoglia ripiena e bollente.
Non ci delude affatto, è buonissimo, un esplosione di gusto per le papille gustative ma sarebbe perfetto se ci fossero meno10 gradi e un metro di neve, con 30 gradi e il sole a picco diventa pesantino.
Dopo 10 minuti l'abbiamo finito ma stiamo sudando come fontane.
Detto questo, sarà ufficialmente il mio pasto preferito ogni volta che ce ne sarà l'occasione.

Tornando a Lubiana, non è per niente caotica come ci si aspetterebbe da una capitale.
La gente è educata, tranquilla, i palazzi sono eleganti (nella zona centrale)e le strade ben tenute.


Il fiume e le vie intorno sono popolate da pub e ristoranti molto carini e non è difficile vedere decine e decine di paia di scarpe appese ai fili elettrici.
Ho scoperto solo dopo che è un'abitudine degli studenti erasmus, ma in realtà è una cosa fatta in tutto il mondo, da chiunque e per mille motivi diversi.  Sicuramente mettono allegria.

Lasciamo Lubiana abbastanza presto e avendo ancora qualche ora prima di cena decidiamo di visitare anche Skofia Loka che si trova lì vicino, sulla strada per Bled.
Ne rimaniamo fortemente delusi.
Il centro è praticamente un viale di 500metri.
Ci sarebbe anche un castello, che definire tale è più che un eufemismo, è praticamente un fortino.
Io e Vale la prendiamo a ridere ma rispetto ai commenti letti in giro rimaniamo un po delusi, per fortuna che eravamo solo di passaggio.

Tornati a casa ci godiamo la nostra cena zen davanti ai monti come la calma prima della tempesta.
La sera gli inglesi si impegnano per bene e fanno un casino micidiale.
Veniamo svegliati alle 3 di notte dalle urla di uno.
A quanto pare è talmente ubriaco da avercela con tutti, sbatte le cose, urla dal balcone, salta sui muri...
Anche se svegliati in piena notte io e vale ce la ridiamo mentre sentiamo gli altri inglesi che provano a calmarlo.
Poi vanno in cucina ma sono più silenziosi della notte prima e dormiamo.

6° GIORNO :          Maribor

La mattina dopo quando mi sveglio, apro il frigo con una fame assurda e con l'intenzione di mangiarmi una fetta di torta. Per cena ci eravamo comprati due fette di un dolce tipico di Bled alla crema, solo che ci aveva stuccato e quindi la seconda fetta l'avevo appena assaggiata e lasciata per colazione.
Gli inglesi evidentemente ubriachi se ne sono fregati delle divisioni del frigo per camere e uno di loro si è fatto fuori mezza fetta di torta per poi rimetterla dov'era...
Ora ci ridiamo ma li per li ci ha fatto abbastanza incazzare.

Punto la moto in direzione est, la meta è Maribor.
Ho letto che merita una visita ed è un'ottima scusa per attraversare la Slovenia.

-- MAPPA --

Facciamo un tratto di autostrada fino a Kranji poi usciamo e seguiamo la strada che sale verso il confine con l'Austria.
E' tutta montagna, incontriamo qualche paesino ogni tanto, case di legno e comignoli fumanti a luglio.
Strade quasi deserte.   E' veramente suggestivo.
Svalichiamo per un breve tratto in Austria e poi riscendiamo verso Velenje.
Le indicazioni e la mappa non sono di grande aiuto ma troviamo la strada.
Qui le montagne fanno solo da cornice e lasciano spazio ai campi, la temperatura sale e la strada diventa più scorrevole.
Una delle centinaia di madonnine
lungo le strade.


 
Da qui risaliamo verso nord, a Dravograd, ancora sul confine con l'Austria.

Lasciando l'autostrada si è costretti a fare un percorso a zig-zag seguendo le statali che vanno quasi solo da sud a nord.
Questa volta il traffico è molto più intenso, soprattutto di tir e il caldo si fa sentire.

Da Dravograd scendiamo verso Maribor seguendo il tortuoso fiume Drava.
La strada è larga, piena di curve ma tenuta benissimo e con un'ottima visuale, in moto è un godimento.
Il dubbio se guidare o vedere il panorama è forte.  Il fiume Drava non è uno dei tanti ruscelli che si incontrano in Slovenia, è grosso, largo e scorre sinuoso accanto a noi regalandoci delle visioni spettacolari.
E' stata una delle strade più belle del viaggio.
Purtroppo ha prevalso in me il pilota e quindi mi sono fermato pochissimo a fare foto.

Arriviamo a Maribor leggermente provati dal viaggio, è l'una passata e il caldo qui è soffocante.
Cerchiamo il centro e parcheggiamo la moto.
Troviamo subito l'ufficio turismo a cui chiediamo una mappa e gentilmente si offrono di tenerci giacche e caschi, mai ricevuto un simile trattamento ed è veramente una manna dal cielo, con il caldo che fa è impensabile passeggiare con casco e giacca in mano.

Allegeriti e cartina alla mano, iniziamo a fare un giro ma essendo quasi le 2 e facendo un caldo assurdo decidiamo di fermarci a pranzare da qualche parte.
Ci attira un locale tutto colorato e un po bizzarro, con i tavolini lungo la strada.
Sarei tentato di ordinare i Cevapcici ma fa troppo caldo così prendiamo due insalate con "nonsisabenecosa", ma ottime.
Se siete amanti dell'acqua nuda e pura, lasciate ogni speranza in Slovenia, non c'è stata volta che quando abbiamo chiesto acqua non ci abbiano portato acqua e limone, vabbè.
Quando stiamo per alzarci, una coppia davanti a noi ordina due fette di torta e ne io ne vale possiamo resistere...chiamo il cameriere-proprietario-cuoco, "buon uomo!?! (tanto non capisce) una fetta di torta(non capisce)...the cake!!(è ancora perplesso)...quella cazzo!!" (e indico la coppia).

Il conto anche qui è meno di 12 euro in tutto, ti amo Slovenia!

Anche se con una temperatura sui 30-35 gradi, ci mettiamo a visitare la città.
Non è brutta ma per essere il secondo centro più abitato dopo Lubiana, la troviamo decisamente deserta, direi quasi morta, ma forse è per il caldo o per la natura stessa della città che nasce come polo dell'industria pesante.



I palazzi sono bassi, colorati e ben tenuti, quasi tutti con il tetto spiovente rosso che caratterizza tutta la città.
Le vie sono insolitamente larghe e anche se ci sono parecchi negozi si percepisce che i suoi anni migliori sono solo un ricordo.
Questa almeno è l'impressione che ci lascia, ma sono cose molto personali.



Ripartiamo intorno alle 5.
Questa volta prendiamo l'autostrada, prima fino a Lubiana e poi su fino a Bled.
Quando torniamo gli inglesi dormono ma speriamo che ci lascino godere la pace di questo posto almeno stasera che è l'ultima.
Incontriamo il marito della signora che fa il tassista notturno a Lubiana e ci dice che siccome il vicinato, la notte prima, pensava di essere stato invaso dall'esercito inglese e a lui gli avevano fatto un mazzo tanto...questa notte resterà a casa per evitare ogni casino.
Lui e il figlio sono stati gentilissimi questi giorni e quando sanno della nostra torta, reagiscono peggio di noi, si scusano tantissimo e ci assicurano che sarà una serata silenziosissima...


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6 commenti:

  1. Complimenti per la passione, la moto (su un gs1200 sarebbe tutto troppo noioso) e la resistenza della tua ragazza :)

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    1. Ti ringrazio tantissimo!!! La ragazza è fenomenale! ;)

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  2. Complimenti bel resoconto e belle foto, io sul Mangar sono riuscito a salirci gratis grazie la giornata poco soleggiata. Il Passo Vrsic non è da maledire per il suo pavè è proprio la sua particolarità e unicità HIHIHIHIHIH. Ancora complimenti Spero di poterti incontrare di persona quanto prima.
    Un saluto e buona strada!!!!

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    1. grazie! a forza di girare prima o poi ci si incorcia, magari a qualche weekend da lupi ciao ;)

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  3. Bell'articolo, utile per chi come noi dovrebbe recarsi in Slovenia il prossimo mese e sta cercando più info possibili. Ti auguro tanti bellissimi viaggi.
    Buona strada
    P.S. questo è il mio blog www.beatravelplanner.net ci trovi l'Irlanda in moto ;)

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    1. ciao beatrice, grazie per i complimenti, sono contento sia utile e ti ringrazio di avermelo detto! faro sicuramente un salto sul tuo blog e forse lo condivido anche sulla pagina fb, per ogni cosa comunque non farti problemi a chiedere, buon viaggio!

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