giovedì 11 aprile 2013

FRANCIA DEL SUD 2012 part. 1

Il tutto ha iniziato a prendere forma nella mia mente, nelle mie fantasie, intorno a febbraio e si è poi concretizzato in mappe, percorsi e informazioni tra marzo e aprile, unico periodo di tregua prima degli esami di giugno e luglio.

La mèta del viaggio non è arrivata immediatamente, ci sono sempre due o tre posti che ogni anno mi balenano per la testa e scegliere non è mai facile...
Alla fine facendo due conti e interpretando i desideri del cuore la scelta è ricaduta sulla Francia...in quel periodo molti me ne parlavano e anche abbastanza bene, ma quando apri google maps ti rendi conto della sua vastità, è enorme, si estende in ogni direzione.

Dentro di me una volta deciso che la Francia era il mio obiettivo la sua vastità rappresentava solo una sfida e uno stimolo in più a mettercela tutta per riuscire in questo viaggio.

Detto ciò dovevo decidere dove andare...nord? Centro? Sud? Solo la Provenza come dicevano tutti? Solo il mare?...solo Nizza? E perché non tutta?
No tutta no, era troppa, era dispersiva e Valeria non mi avrebbe mai seguito...comunque non potevo chiederle tanto.

La Provenza o solo il mare allora!!...no è poca cazzo! troppo poca in confronto al resto...
Deciso! Tutto il sud, “dalle Alpi ai Pirenei!!!” questa fu la frase che la mia mente ha tirato fuori un pomeriggio e che mi ha convinto fosse la cosa migliore, la giusta via di mezzo.



Inizio così a creare percorsi e cercare notizie, campeggi, report di altri viaggi, prendo la residenza nella Feltrinelli di P. della Repubblica per studiare le guide loonly planet (costano troppo per comprarle ma in compenso lì hanno delle comode poltrone) e le mappe stradali in cerca della migliore.

Rispetto al precedente anno ho le idee molto più chiare, so già cosa fare, cosa preparare o almeno credo, cosi memore delle esperienze passate decido subito fin da marzo che il tomtom sarà solo un aiuto estremo e che mi baserò solo sulle carte.



Decido anche che ho bisogno di più bagagli, più che altro di una migliore distribuzione...
Cerca e ricerca alla fine trovo un'azienda, la Ventura Bike, che produce telai-portapacchi per tutte le moto del mondo. Mi informo, mi mandano addirittura delle foto dettagliate su come si monta e del risultato sulla mia moto, costa tanto ma lo compro se va bene mi durerà si spera. (All'epoca avevo mille dubbi su questo)

Decido di partire appena possibile tra il 20 e il 25 luglio, il viaggio dovrebbe durare un 20giorni.

Da metà aprile ai primi di luglio riesco a bloccare ogni pensiero sul viaggio, il più è fatto, ho creato già un'itinerario completo, mi sono segnato i campeggi in ogni tappa e ho pensato alle cose principali, devo solo fare i bagagli e poco altro.

La prima settimana di luglio arriva il portapacchi ordinato... vi riassumo tutte le mie paure e ansie sul fatto che non si monti bene, che non regga, che si rompa in viaggio, dicendo che con non poca fatica riesco a montare il portapacchi. (da allora ci metto 10minuti)

Dò gli ultimi esami e dal 10luglio mi dedico solo al viaggio.
Ho poco da fare, è già tutto fatto da aprile e ne sono felice.
Mi resta comunque da controllare i bagagli, vedere se c'è tutto per il campeggio, la cucina, il letto, se le borse ci sono e sono intere, se il telaietto regge e se la moto sta bene, fare un preventivo del viaggio, comprare la mappa e gli impermeabili per entrambi.

In questi giorni rinuncio all'idea di arrivare al confine con l'aurelia come pensavo all'inizio...un'odissea solo a pensarci.

Tappa roma-cuneo

Il giorno prima scendo in garage, è tutto pronto, serbatoio pieno e catena ingrassata. Improvviso con del nastro adesivo una protezione per i fianchetti dall'attrito delle borse e inizio la scelta dei vestiti da portare per me e Valeria.
Questa volta le cose si complicano, affronteremo sia mare che montagna, il che implica portare sia costumi e teli che maglioni e felpe...
Alla fine sono le 22 quando finiamo di sistemare tutto nelle relative borse sperando di aver preso tutto...

-- MAPPA --

E' il 20 luglio, la sveglia suona alle 4:00, io sono già in dormiveglia e mi alzo più attivo che mai, fuori è ancora buio pesto, facciamo un'ottima colazione, ci laviamo e ci vestiamo.
Scendiamo e sistemiamo tutte le borse sulla moto.
Alla fine sulla moto ci sono una borsa da serbatoio alta fino alle mie spalle, due borse laterali gonfie all'inverosimile e uno zaino da campeggio sul portapacchi.
Per farvi capire meglio vi riporto una citazione di Ted Simon(per chi non lo conosce ha girato il mondo con una triumph negli anni 70):

“l'arte di infilare una casa e un garage in quattro valige si può imparare soltanto con l'esperienza. A quel tempo, ero ancora nella fase della “cariola strazeppa” e la moto aveva proprio quell'aspetto, e anche quella consistenza.”

Sono quasi le 6e30 e il sole sta sorgendo quando ci lasciamo Roma alle spalle e puntiamo il nord.
Con il fresco mattutino arriviamo facilmente a Civitavecchia e un automobilista al casello mi comunica che è l'unica autostrada dove si paga all'inizio e alla fine, mi sembrava troppo bello comunque sono pochi spicci. Fino a Grosseto si va bene poi sotto Livorno inizia l'autostrada.

Procediamo a 90-110 km/h, non mi fido del portapacchi e non so quanto regge, le istruzioni dicono massimo 120km/h.
Facciamo una pausa ogni ora e mezza massimo due.
Ogni tanto si materealizza nella mia testa il pensiero che anche quest'anno, quasi fosse una maledizione, l'unica cosa che manca sono gli impermeabili, o meglio, un completo per me visto che Valeria usa il mio...sembra quasi destino...

Poco dopo pranzo arriviamo sotto Massa.
Dopo La Spezia iniziamo a sentire la stanchezza, l'autostrada sale e costeggiamo decine di montagne, fino a quasi Genova, il panorama è stupendo il mare da un lato le montagne a fianco.
La strada però è sferzata da una vento spaventoso ed è un continuo di tunnel e ponti altissimi in cui il vento peggiora.

Attraversare Genova è un calvario, tir di ogni tipo, lavori ovunque, andatura massima 60-70 km/h, appena superata sbaglio bivio perché le indicazioni indicavano da entrambe le parti la A6, ma prendo quella sbagliata che punta a Milano.
Smadonno chiedendomi perché mettono indicazioni cosi sbagliate ma per fortuna ce ne accorgiamo entro 10km, imbocco al primo casello per uscire e rientrare nella direzione opposta.
Arrivato al casello chiedo al casellante se posso attraversare la linea e rigirarmi, senza pagare per poi rientrare (sarebbe inutile) e lui con un accento genovese da paura:
“siete di roma?!”
“si”
“io non ho visto nulla...”

Contento della risposta e meravigliato per tale concessione giro la moto e riparto.

Lasciamo l'autostrada diretta a Ventimiglia poco dopo Savona ed entriamo finalmente nella A6 diretti a Cuneo.

L'autostrada è bellissima, si passa per dei boschi meravigliosi ma il tempo peggiora, le nuvole si fanno minacciose e la temperatura scende.
Cerco di sbrigarmi, finalmente arriviamo al casello e dopo aver pagato un salasso di 30-33euro lasciamo l'autostrada.

Copro velocemente i 30 km che ci separano da Cuneo.
La pioggia però non aspetta e un acquazzone ci becca in pieno, il tempo di ripararsi e siamo mezzi zuppi, fortunatamente riesco a coprire i bagagli in tempo.

Questa pioggia ci demoralizza, i demoni dello svalico austriaco con pioggia, neve e gelo si fanno subito vivi, inizio a pensare che sia una maledizione.

Entro poco passa tutto ed esausti iniziamo un'odissea per cercare il campeggio, mi è stato consigliato il campeggio Bisalta, è tra Cuneo e Borgo San Dalmazzo, sono paesi minuscoli e praticamente uno il continuo dell'altro, ci sono tutte rotatorie e incroci, sto per impazzire.

Tra i tanti gsissti e transalpisti fermo l'unico inglese della zona...guida una triumph tiger nera con uno scarico che è un buco nero...è zuppo, ma sembra che la cosa sia normale per lui, chiedo informazioni e mi dice che quel campeggio è caro, mi propone di seguirlo ma non mi va di lasciare un posto certo per l'ignoto, lo saluto e mi metto alla ricerca.

Alla fine tra un'imprecazione e l'altra succede qualcosa che ancora ora non riesco a spiegarmi...una coppia di signori anziani su una panda verde pisello che avevo davanti, accosta facendomi cenno di avvicinarmi, non so come o perché lo abbiano capito, so solo che senza che chiedessimo nulla ci hanno indicato la strada benissimo per il campeggio, come se fossero lì per quello.

Arriviamo al campeggio alle 5e30...sono 11ore e più di 700km che siamo in moto!
Siamo a pezzi, è nuvoloso e minaccia pioggia, il sedere non lo sentiamo più, però siamo arrivati.

Mi avvicino alla reception del campeggio dove trovo un ragazzo gentilissimo, ci registra e nel frattempo mi informa sulle previsioni meteo, la notte dovrebbe essere tranquilla ma per l'indomani è prevista pioggia proprio dove dobbiamo andare.
Una ragazza ci fa strada nel campeggio fino alla piazzola.
Siamo studiati da tutti i campeggiatori che in realtà capiamo, sono tutti della zona e hanno delle roulotte fisse lì dove passano le vacanze.
I veri forestieri sono quelli con le tende vicino a noi.
Noto subito due tedeschi, su due vecchi gs anni '80 uguali che mi studiano ammirati, alla fine ci posizioniamo tra una coppia di tedeschi iper-attrezzata e una famiglia sempre tedesca venuta con un pick-up, moto e tanto altro.
Monto la tenda e Valeria nel frattempo si va a lavare e a riprendere dal viaggio. In bagno conosco due ragazzi che non sanno dirmi quasi nulla su come arrivare al Colle della Maddalena (pur essendo della zona) e cercano anche di convincermi a non proseguire il viaggio...come se dopo tutto quello che ho fatto ci può essere discorso che mi faccia tornare indietro...bha!

Per le 8 ceniamo e scopriamo che nel campeggio c'è un concerto rock, ottimo se vuoi dormire dopo una giornata simile... alle 11 però ci mettiamo a dormire e abbiamo così sonno da crollare con tanto di rock.

Cuneo – Castellane

-- MAPPA --

Ore 7e30 suona la sveglia, ci aspettano 250km sulla Alpi in condizioni ancora ignote.
Dopo una veloce colazione con tanto di moka per il caffè, ammirata da tutti i tedeschi, smontiamo tutto, ricarichiamo la moto e alle 9:00 lasciamo il campeggio.
La temperatura non è delle migliori, fa un po freddo e il cielo è coperto da nuvoloni grigi, decido di far coprire Valeria con gli impermeabili mentre io faccio il pieno alla moto.
In quel labirinto di strade e paesini che il giorno prima mi aveva fatto smadonnare, riesco a trovare le indicazioni per il Colle della Maddalena, siamo diretti esattamente dove ci sono più nuvole.

Dopo poco però divento ottimista, c'è un vento a nostro favore che ci fa volare in mezzo a quei paesaggi unici e che allo stesso tempo apre il cielo davanti a noi.
È un fenomeno strano, abbiamo il vento da dietro, ma le nuvole ci vengono incontro fino a sparire quasi del tutto, lasciando spazio a un sole clado e rassicurante che colora ogni cosa di una vitalità quasi inaspettata.

Man mano che avanziamo si sale sempre di più, la strada diventa sempre più divertente e curvosa e nuovi panorami si aprono ad ogni curva.














Dopo poco più di un'ora vediamo la cima, la strada negli ultimi tratti è un susseguirsi di tornanti e si è circondati dal paradiso terrestre.





In cima ci sono pochissime persone e si vede subito il cartello di confine che indica l'inizo del territorio francese.
Quando arriviamo ci sono già altri motociclisti intenti nel fare foto ricordo.









Aspettiamo qualche minuto godendoci l'aria pulita e il panorama, ammirando un anziano signore che sta salendo dal versante francese con una bici carica di valigie e con tanto di computer sul manubrio.



poi anche noi immortaliamo quel momento...

I panorami che ci accolgono sul versante francese fanno quasi scomparire ciò che abbiamo visto fino ad ora...sono indescrivibili.


La strada per scendere è molto più divertente e veloce, forse è cosi perché siamo entrambi più sereni di aver superato il punto che temevamo di più oggi.

Una cosa che mi incuriosisce da subito sono delle strisce nere sull'asfalto, come se fosse pece, lunghe da 10cm a 1 metro di forma irregolare, non capisco cosa siano ma non ci bado più di tanto.
Scopro cosa sono in uno dei tornanti lungo la discesa, mi ero abituato al carico della moto e guidavo tranquillamente godendo dei paesaggi,proprio per questo non mi preoccupo di una di queste strisce che percorre tutto il tornante esattamente sulla traiettoria della moto...
la moto è in discesa, carica,sono già in piega quando l'anteriore appena entra in contatto con questa striscia nera, sparisce letteralmente dal mio controllo e a seguire il posteriore... è un attimo e ci ritroviamo contromano in una piega estrema, ma le gomme sono nuove e sono calde e riprendono subito grip dandomi modo di ritirare su la moto e di finire la curva.
Lo spavento è stato tanto e mi serve come lezione per non distrarmi più in futuro, capisco anche che quelle strisce sono da evitare come la peste e mi accorgo che la strada fino in fondo ne è disseminata.
Più in la nel viaggio, analizzandole capirò che sono pennellate di catrame o pece passate sulle crepe per evitare che peggiorino con il ghiaccio e che sono fottutamente viscide pure con i piedi.

Alla base della montagna c'è un paesino di 4case lungo la strada, vedo delle moto ferme davanti a un bar e decido di fare una pausa.
Tra gli sguardi increduli degli altri bikers ci sgranchiamo un attimo e mi accorgo che non è solo un bar ma anche un benzinaio.
Qui conosciamo una coppia di italiani molto gentili che ci danno dei consigli su Castellane e sulla strada.
Apprendiamo anche che in Francia i benzinai self-service vanno solo a bancomat, dovrò organizzarmi di conseguenza, assurdo.


Da qui in poi sarebbe dovuto mancare poco, ma nonostante i consigli ci perdiamo, la mappa mostra strade che in realtà non sono segnalate.
Ci perdiamo e allunghiamo un po, chiedo a dei gssisti italiani (circa 20), più larghi che alti, ma non sono di grande aiuto.
Resto sorpreso da dei francesi su un'alfaromeo a cui chiedo informazioni in una piazzola panoramica, sono anziani e in Italia mi aspetterei che non capiscano ciò che dico, invece scendono e mi rispondono in inglese mentre aprono sul cofano una mappa di tutta la Francia.
Purtroppo è identica alla mia solo che più grande, quindi non possono aiutarmi molto.

Facciamo un giro enorme, almeno 100km in più, passando per Digne-Les-Bains e arrivando a Castellane non da est ma da ovest, ne vale la pena I posti sono stupendi, le strade sono da motogp e si sta benissimo.



Avvicinandoci a Castellane i paesaggi prendono sempre più la forma di grandi canyon con pareti a strapiombo sopra e sotto di noi, il traffico si fa sempre più intenso e sono quasi tutti turisti, non è una buona cosa quando devi cercare un posto per dormire.

Castellane è un paese piccolino, probabilmente l'inverno è quasi deserto, ma in quel momento era colmo, al limite. La zona, oltre ai bellisimi luoghi è adattissima a qualsiasi sport, ci sono centinaia di motociclisti, ciclisti, paracadutisti, scalatori e canoisti. Il canyon che parte da sotto la città offre un'infinità di possibili attività all'aperto.

Arriviamo presto, intorno alle 4 e dopo aver chiesto in qualche campeggio, ne troviamo uno che ci offre a un buon prezzo una piazzola tranquilla e appartata, restiamo 2 notti.

Castellane

Il giorno dopo ci dedichiamo all'esplorazione del Canyon del Verdon, è formato da una serie di gole e da una principale che si diramano per circa 50km, con pareti a picco su entrambi i lati, la strada è come le gole del sagittario (Abruzzo), stretta e piena di curve, si passa sotto immense lastre di pietra, dentro a gallerie strettissime e a fianco a burroni senza fine.




E' il paradiso dei motociclisti e infatti le strade ne sono piene, vengono da ogni parte d'europa. 
Ci fermiamo in un punto panoramico dove conosciamo due coppie di italiani che ci guardano sbalorditi, per diventare increduli quando sanno che siamo diretti sulla costa oceanica.
Ne approfittiamo per due foto ricordo e riposarci, quando su 40km non fai più di 50 metri con la moto dritta arrivi cotto.







Proseguiamo lungo il canyon fino alla fine dove intravediamo un lago immenso e di un blu caraibico, arrivati sulla spiaggia tiriamo fuori i teli da mare, costume e ci concediamo un bel bagno. L'acqua è calda e di un azzurro-celeste mai visto in un lago, la spiaggia è di ghiaia bianca.














Pranziamo qui e ci fermiamo fino alle 4 circa.
Torniamo a Castellane lungo la parete opposta del canyon, doccia, cena e passeggiata in paese.


Castellane – Nizza

-- MAPPA --

Durante la notte ha piovuto, questo ritarda la nostra partenza perché dobbiamo aspettare che la tenda si asciughi e comunque la chiudo ancora umida.  Per fortuna non abbiamo fretta e facciamo tutto con calma, la strada per Nizza è breve, non dovrebbero essere nemmeno 200km. (infatti sono 100)

Partiamo dopo le 10 con un bellissimo sole, la pioggia ha rallentato quasi tutti e quindi la strada è vuota e veloce. 
Dopo un primo tratto ancora molto montuoso e curvoso, arriviamo a un valico da cui si intravede il mare.



Da li è quasi tutta discesa, passiamo per Grasse poi il traffico si fa intenso, cittadino e ci fermiamo per pranzo prima di Nizza.





Arriviamo abbastanza presto, non sono nemmeno le 2 e già a prima vista siamo contenti.


Perdiamo circa 2ore per trovare un campeggio, qui è troppo chic per segnalarli, alla fine grazie all'aiuto di una signorina dell'ufficio turismo troviamo un campeggio a10km da Nizza.
Essendo abituati ad Alpi e montagne, il caldo di Nizza ci ha distrutto.
Il campeggio non è male, è immerso nelle colline, con la piscina e pieno di ragazzi. L'unica pecca è che è tutto in salita. 

Decidiamo di fermarci 3 notti e di dedicarci un po alle visite e un po al sano relax al mare. 


Nizza

Nizza è bellissima. I palazzi ben curati si affacciano su un golfo che abbraccia una delle acque più azzurre che abbia mai visto, non per niente è la Costa Azzurra.
Il lungo mare è stile Miami con una grande strada a 2-3 corsie per senso separate da alte palme.
I marciapiedi sul lungo mare sono enormi, quasi quanto la strada, sono attraversati in tutta la lunghezza del golfo da piste ciclabili e la sera sono il luogo di esibizione per acrobati, giocolieri, skeiters e pattinatori.








La spiaggia è altrettanto estesa ed è formata da ciottoli rontondi e bianchi che emettono un suono rilassante al ritmo delle onde. L'acqua è calda, caldissima e la gente si trattiene a fare il bagno o a giocare a volley fino alle 9 e oltre.


Al suo interno la città è disseminata di viuzze e vicoletti pieni di ristoranti di ogni tipo, pub, negozi di dolci e forni.










La cosa che ci impressiona di più è che contrariamente alle nostre aspettative la città non è poi così cara e soprattutto è piena zeppa di ragazzi giovanissimi.
In ogni piazza c'è musica e mercatini, si balla e si beve. 
Se si cerca invece un po di pace la spiaggia è sempre a portata di mano e anche a tarda notte è piena di coppie e gruppi di ragazzi che suonano o bevono.
Una delle attrattive principali sulla spiaggia la sera è ammirare gli aerei in arrivo, l'areoporto si trova infatti alla fine del golfo e per atterrare sono costretti a passare bassissimi difronte la spiaggia illuminando in maniera affascinante il mare con i fari.

L'indomani dedichiamo la mattinata al mare godendoci l'acqua calda e un po di sole.
Il pomeriggio ci dirigiamo attraverso le tortuose e affollate strade del litorale fino a Cannes, famosa per il festival del cinema. Ci aspettavamo di meglio, la città è carina ma forse troppo chic e turistica.
 Il secondo giorno, sempre con molta calma la mattina ci dedichiamo alla tintarella.
Il pomeriggio invece puntiamo al Principato di Monaco
È molto vicino, nemmeno mezz'ora di moto. Visitiamo Montecarlo, da subito si palesa la sua ricchezza, le strade sono pulitissime, tutto è ordinato e preciso, il traffico c'è ma è formato da Porsche, Ferrari, Lamborghini, Bentley e cosi via. Passiamo davanti al Casinò ma capiamo dalle auto e dalle persone fuori che è meglio proseguire.


Ci concediamo una passeggiata sul porto per ammirare gli yacht ma il grosso lo visitiamo in moto. Ho così modo di percorrere il circuito di F1 dove sono presenti non solo i segni delle traiettorie ma anche i cordoli in più punti!

La sera la trascorriamo di nuovo a Nizza.

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