giovedì 10 gennaio 2013

AUSTRIA IN MOTO parte3 Ninja 250r

PARTE 3       AUSTRIA  2011    luglio/agosto 

Vienna - Graz
Partiamo con calma da Vienna e copriamo abbastanza velocemente la breve (relativamente) distanza da Graz, in un paio d'ore arriviamo, sarà stata l'ora di pranzo quando eravamo già in campeggio.

La strada è una autostrada abbastanza veloce, l'unica cosa a cui penso è che non succeda nulla e non è facile quando ti vedi un mercedes davanti a cui esplode la gomma posteriore.


Arrivati a Graz vado dritto al campeggio che mi ero segnato, mi accoglie un tizio in canottiera, panzone, capelli lunghi e baffi da harleista americano. Sembrava tutto tranne che austriaco.
Ci parlo un po e gli chiedo se ha un bungalow visto che il giorno dopo dobbiamo ripartire presto voglio evitare di montare e smontare la tenda.
Mi indica una roulotte e mi dice che è l'unica cosa che ha, accetto, per una notte va benissimo.

Entrati dentro per sistemarci mi accorgo che probabilmente non era usata da mesi, è sporca e l'aria è satura di polvere,il letto poi è una distesa di 2-3 materassi ammucchiati, vabbè. Scarico i bagagli e ce ne andiamo in città a pranzare e a vederla, ci assiste un sole caldo e tanto atteso.

Graz è una cittadina piccola e non caratterizzata da grandi musei o monumenti ma molto bella da attraversare, le vie sono carine e sembra più un paese di montagna che una città.
All'inizio rimaniamo colpiti dal grande numero di musicisti, cantanti e artisti ad ogni angolo, poi conosciamo una coppia italiana e ci dice che è la settimana degli artisti di strada, quindi sono confluiti da mezza europa artisti di ogni tipo e l'atmosfera che si respira diventa cosi molto pittoresca e romantica.

Passeggiando per Graz visitiamo grazie ad una cartina dataci al campeggio i vari punti principali dove troviamo costruzioni davvero particolari. Una era una specie di bolla di vetro in cui vi era un caffè-ristorante al centro del fiume collegata alle rive con delle passerelle sospese, molto suggestivo, a Roma sarebbe un'ottima idea.








 Al centro della città spunta una rocca o monte non tanto alto, ne largo ma si vede da tutta la città. 
Si può salire con un trenino o a piedi con delle scale che girano tutto intorno, oppure si può accorciare arrivando attraverso un passaggio ripido scavato nella montagna.
Optiamo per la via breve (menomale) e arriviamo in cima, il monte è attraversato da una strada-sentiero ma tutto intorno è pieno di alberi e verde, non ci sono costruzioni.

Arrivati in cima vediamo alcune tipiche costruzioni, quale la Torre dell'Orologio, un bar caratteristico,vari punti panoramici che danno sulla città e un romanticissimo portico.

Qui incontriamo uno stravagante personaggio. Capelli lunghi, riccetti, bianchi ,occhiali e cappello di paia all'Indiana Jones, scalzo e con un libro in mano.
Quando sente che siamo italiani ci chiede da dove esattamente e come mai siamo li. Quando scopre che siamo di Roma e del nostro viaggio, ci attacca un pippone tra inglese e italiano dicendoci che vuole farci da guida e sempre scalzo ci accompagna in ogni posto del monte e ce lo descrive.
E' stato davvero gentile ma non si è staccato prima di mezz'ora.

Salutata la nostra guida scegliamo di scendere, su suo consiglio, dal percorso lungo. Una serie infinita di scalinate a picco lungo il monte che davano sulla città, intervallate da stupende terrazze con una o due panchine dove facilmente trovavi coppie o studenti, molto suggestivo con il tramonto.

Prima che faccia buio torniamo in campeggio, dove scopriamo che c'è una piscina enorme, sembra un lago ma ormai è chiusa, peccato.
Facciamo una doccia, ceniamo, prepariamo le cose per partire presto il giorno dopo e ci accingiamo a dormire anche se l'odore di polvere non è il top.

E' a questo punto che succede l'imprevedibile.
Vale mi dice che va in bagno a lavarsi i denti. Dopo 3 minuti che è uscita inizia una pioggia abbastanza fitta e a vento, un vento assurdo. Penso, vabbè ora torna.
Non vedendola tornare decido di uscire, prendo l'impermeabile per lei, mi metto gli stivali da moto impermeabili ed esco. Considerate che eravamo 10 metri di fronte al bagno. Metto il piede fuori dalla roulotte e chaf! Sprofondo in 30 centimetri buoni di acqua che mi entra anche negli stivali.
Arrivo cosi di corsa al bagno ma la pioggia è forte e il vento fa piovere orizzontalmente cosi mi fracico, tutto.
Vale, che giustamente era uscita con le scarpe normali, non se la sente di tornare alla roulotte.
Dopo 5minuti che penso a cosa fare e con la pioggia che era sempre più fitta(mai visto un diluvio simile prima), realizzo che la moto, sì è coperta dalle folate pazzesche di vento, ma non del tutto e soprattutto non è sul cemento ma sulla terra e vista la pioggia basta poco per farla cadere sul cavalletto. 
Decido cosi di andare di corsa alla moto, le ruote sono metà sotto l'acqua e I piedi mi sprofondano nel fango. Penso di aver fatto appena in tempo, non sapendo dove metterla, essendo tutto allagato ed essendoci ovunque un vento assurdo, decido, la metto nel bagno!!!
Cosi entro con tutta la moto nel bagno(dove resta tutta la notte).
Successivamente faccio coprire vale e la porto in braccio alla roulotte. Io resto ancora con la moto e dopo averlo incontrato, il tizio con I baffi, che si aggirava per il campeggio con un poncio e una torcia in testa, mi assicura che la moto può restare li senza problemi.

Entrato in roulotte ringrazio dio di aver preso la roulotte e non la tenda, non so cosa sarebbe successo.
Realizzo pero che siamo tutti e due zuppi, come anche i vestiti e soprattutto gli stivali con cui dovrò viaggiare il giorno dopo e la giacca da moto che avevo messo perché impermeabile.
Passo 2 ore fino a mezzanotte con il phon mini da viaggio ad asciugare tutto e ci riesco più o meno.
La pioggia smette e possiamo andare a dormire, visto che quando piove la roulotte fa un rumore come se gli stessero sparando 50 persone insieme.

Graz - Ferrara

Il giorno dopo la sveglia è prestissimo, alle 6!!  Siamo entrambi a pezzi dal giorno prima.
Ancora piove, anche se molto meno.

Controllo la roba e per fortuna è quasi del tutto asciutta. Ci vestiamo in fretta, facciamo una colazione veloce, sistemiamo tutto e alle 8 precise usciamo in moto dal campeggio diretti a Ferrara, Italia!

Quasi come se tutte le coincidenze sfortunate che ci avevano colpito fino a quel momento ci chiedessero scusa, all'improvviso uscendo dal campeggio smette di piovere. Non pioverà più fino a Ferrara.
Anche se fa un freddo boia e il cielo è nuvoloso e l'asfalto bagnato, vado velocemente sull'autostrada e mi dirigo verso il confine, non siamo troppo lontani.

Il primo tratto non è facile, si sale subito, fa freddo e c'è tanta nebbia. La paura di non essere visti o di non vedere è tanta.
Appena si apre un po la visuale inizio a camminare. Dopo un paio d'ore(forse più), lasciamo l'autostrada perché non voglio svalicare sull'autostrada, i valichi sono delle batoste economiche in autostrada, soprattutto I primi tratti italiani.
Iniziamo cosi a costeggiare il confine su strade di montagna molto ben tenute e veloci.
Qui faccio l'ultimo pieno alla goccia a 1,20euro al litro che dura fino a Ferrara.

Dopo aver attraversato vari paesini, vediamo indicazioni per l'italia e anche le macchine sono sempre più targate Italia. 
Iniziamo a salire su un monte,non so quale fosse mi dispiace, la strada è stupenda,pulita, tutte curve in salita e c'è il sole. Arriviamo velocemente in cima dove troviamo una sfilza di bmw e motone da viaggio, facciamo una piccola sosta e siamo visti come extra terrestri da quei motociclisti intutati, impermeabilizzati e coperti, stile Armstrong sulla Luna.
Ci godiamo il momento, siamo felici, finalmente terra italiana. 
Non che non volessimo stare in Austria anzi, pero la patria è sempre una sicurezza e dopo averne viste tante, sapere di essere in Italia, di parlare italiano, è una grande sicurezza.

La discesa è una chiara prova che siamo in Italia, asfalto vecchio, crepato, dissestato, segnaletica assente.
Mentre scendo mi rendo conto di una cosa, non ho idea di dove siamo! 
So solo che siamo in Italia ma il tom tom è scarico e io non so dove piffero siamo.
Questo ci porta a fare una marea di chilometri sperando di andare bene e probabilmente abbiamo allungato in un modo inaudito. Ora so che mi devo sempre portare una cartina dietro.

Alle due, dopo un'ora che cercavo una piazzola per pranzare, in Austria ci sono piazzole su ogni strada arredate di tutto punto, con bagni, tavoli e tutto, ogni 5 km, già odio l'italia, comunque dicevo dopo un'ora entro in un paesino e trovo all'uscita un prato comunale, dove forse fanno il presepe vista la casetta al centro, decido di mollare la moto su una rientranza e ci sbrachiamo sul prato anche se tutti gli automobilisti ci guardano male.
Siamo a pezzi. E' da quando abbiamo lasciato Salisburgo che non sopportiamo più fisicamente di stare troppo in moto e la tratta Vienna, Graz, Italia ha peggiorato la situazione.
Inoltre a Graz eravamo vicino ai 15 gradi e forse in autostrada eravamo scesi sotto, ma da quando eravamo entrati in Italia la temperatura era di almeno 25-30 gradi, stupendi, desiderati, ma coperti come eravamo, in quelle ore siamo morti.
Pranziamo, ci godiamo il sole e il prato, riposiamo il sedere e avviso I miei che siamo in Italia, anche se non so dove.
Ripartiti, sofferenti al solo pensiero di dover stare ancora ore e ore in moto, inizio a scavare nelle mie conoscenze geografiche per arrivare a Ferrara, ma non è facile, rispetto all'Austria ci sono meno indicazioni e riportano tutte all'autostrada, che io non voglio fare sia per I soldi sia perché se sbaglio lì, posso fare 100km in chissà che direzione, quindi meglio evitare.

Taglio corto e vi dico che arriviamo a Ferrara dopo 12 ore di moto e 600km.
Sono le 8di sera, abbiamo attraversato una miriade di paesini pieni di semafori, tir, traffico, polizia e velox con una media di 50all'ora e 30-40 gradi.
Ho rimpianto le strade e le indicazioni austriache come mai.

Negli ultimi km la moto pure è arrivata, giro il gas ma accelera sempre meno, forse perché mi sono abituato io bho, ma sono cosi sofferente fisicamente e stanco che guido quasi in pilota automatico desiderando l'arrivo.
A casa passiamo I primi minuti a riprenderci, poi scarico la moto e ci ficchiamo in doccia.
Ceniamo tardi e crolliamo sul letto.

Il giorno dopo dormiamo...dormiamo...dormiamo...e dormiamo...mangiamo...e ridormiamo...

Decidiamo di andare a Gardaland il giorno successivo. E cosi facciamo, partiamo alle 8-8e30 e ci spariamo circa 100 150 km, che senza bagagli ci sembrano velocissimi.
Ci godiamo tutta la giornata a Gardaland e torniamo da li alle 11.
Appena accendo la moto si fulmina l'anabagliante. Faccio 20-30 km con gli abbaglianti, poi all'ennesimo lamps e vaffanculo, temendo anche i frequenti posti di blocco della zona, entro in autogrill e sostituisco la lampadina dell'anabagliante con quella dell'abbagliante e visto che mi ero innervosito butto la lampadina rotta con il porta lampada che nuovo mi costerà 10euro.
 Arriviamo a casa all'1 passata.

Ferrara - Rimini

Vi chiederete Rimini???e mo che centra??
Un nostro carissimo amico ha una casa stupenda lì e ci siamo sentiti nei giorni a Ferrara. 
E' li con famiglia e ragazza e ci invita qualche giorno, cogliamo al volo l'occasione per allungare la vacanza e soprattutto accorciare la tappa Ferrara – Roma.
 
Partiamo molto comodamente da Ferrara il giorno dopo Gardaland diretti a Rimini.
Non prendo l'autostrada perché non è vicina, la strada è “poca” e il tomtom è carico.
Arriviamo a Rimini in un paio d'ore passando tra paesini, strade piene di velox e rimanendo bloccati nel traffico romagnolo diretto al mare.
Arriviamo esattamente all'ora di pranzo, speravo un po dopo per non disturbare.

La cosa che ci ha colpito e che lì io e vale realizziamo, è che mentre tutti i nostri amici erano al mare con ragazze e famiglia, noi ci eravamo sparati un mega viaggio da soli e nessuno ne capiva la bellezza, nemmeno loro che ci avevano visto arrivare in quelle condizioni.
Scrocchiamo una bellissima doccia, con asciugamani puliti (i nostri ormai per quanto lavati non erano il top).

Restiamo loro ospiti per due giorni, in cui siamo viziati dai pasti deliziosi della madre e ci godiamo un po di movida riminese.
Nel frattempo i miei ci dicono che sono in toscana e che forse ci conviene passare li prima di andare a Roma ma visto che sia io che Valeria ormai vorremo tornare a casa e visto che non sapevo quanto fosse di strada andare dai miei, gli dico che ci penso e gli faro sapere.

Rimini – Toscana

E' una calda e ventilata mattina il 7 agosto e io e vale, abituati al campeggio,ci svegliamo prima di tutti.
Ci mettiamo in terrazzo a goderci un po di sole e decidiamo di partire subito dopo pranzo, sono stati gentilissimi ma come si dice “l'ospite è come il pesce, dopo 3giorni puzza” e noi puzzavamo già all'arrivo.
Pensiamo se andare in toscana o meno e alla fine l'idea è quella di improvvisare vedendo lungo la strada se ci conviene.
Dopo un lauto pranzo, ringraziamo tantissimo tutti, prepariamo la moto, ci prepariamo noi e per le 3-3e30 partiamo.

Ci vuole un po per uscire dalla periferia di Rimini e dal complesso di centri che la circondano, dopo circa mezz'ora si inizia a salire. Ho deciso di agganciarmi alla e45 ma per farlo dobbiamo superare vari monti, non è cosi vicina.
Ci mettiamo 1ora e mezza per arrivare sulla E45, la strada infatti è disastrata, piena di brecciolino, crepe profonde, dislivelli, limiti assurdi e velox messi nei punti più improbabili, incontriamo anche diversi furgoni e trattori che ci rallentano.
A mezzora trequarti dalla E45 ci imbattiamo nella pioggia e nel minuto che mi serve per trovare uno slargo dove ripararci, siamo già belli umidi.
Maledico l'ennesima pioggia del viaggio e faccio coprire vale, non possiamo permetterci di aspettare che spiova, quindi riparto. Facciamo il tratto fino all'E45 molto piano e in compagnia di un bellissimo ducati giallo, di quelli vecchio stile.

All'imbocco della E45 la pioggia smette e visto che avevamo perso tempo e non sapevo quanta strada avevo davanti, me ne frego di essere zuppo e tengo una buona velocità.
Alla pausa benza chiamo i miei, sono le 5 passate, non so dove siamo, soprattutto non so quanto manca.
Decido di fare di testa mia. Mi leggo tutte le indicazioni sperando che mi si accenda una lampadina ma nulla.
All'improvviso leggo Orvieto, non ero sicuro, ma mi ricordavo che era vicino al lago di Bolsena, decido di rischiare ed esco, arriviamo in un attimo ad Orvieto e da li seguo le indicazioni per Bolsena.
Ormai la zona la conosco, le strade pure e posso camminare tranquillo.
Nonostante tutto casa sembra non arrivare mai e arriviamo alle 7e30 con il tramonto.

Diversamente da ciò che pensavo i miei mi accolgono felicissimi e mi abbracciano come se fossi tornado dalla guerra.
Sono spiazzati dalle nostre condizioni di viaggio (quando siamo partiti da Roma loro non c'erano, non sapevano come viaggiavamo),ci chiedono come possono aiutarci ma ormai io e Valeria siamo più che abituati a smontare e montare I bagagli e in 5 minuti liberiamo la moto.

Mia madre ci prepara una cena strepitosa.
Casa dolce casa.

Toscana – Roma

Il 9 agosto ci svegliamo con calma e prepariamo I bagagli, pranziamo e alle 3-4 partiamo direzione Roma.

L'ultima tappa...gli ultimi 130km!!!

Non vediamo l'ora, ma abbiamo anche tanta nostalgia, sono stati 22giorni pieni di eventi, di ricordi ormai piacevoli, di emozioni uniche.

Arrivati a Roma siamo accolti dalla calura dei suoi 30 gradi e dal traffico.
Riscendere sulla rampa del garage che avevo fatto l'ultima volta cosi tanto tempo fa, mi fa una certa impressione, mi sembra di essere partito il giorno prima.
Parcheggio la moto in garage e molto, molto con calma, scarichiamo tutto.
Il giorno dopo lavo le borse e lavo la moto che è stata strepitosa.

Si è cosi concluso questo viaggio, che considero più un'esperienza di vita, ho provato a trasmettervi con questo report i momenti e le emozioni principali che abbiamo vissuto sperando di esserci riuscito.

Sicuramente ci sarebbero ancora tante cose da dire e raccontare ma penso che possa bastare.


Grazie a tutti per aver letto e per esservi interessati.

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